promesse quasi mantenute*

“E dove sono le finestre? Da dove entra la luce? Bernie, vecchio amico, perdonami, ma per questa domanda non ho la risposta. Non sono neppure sicuro che questa particolare casa abbia delle finestre. Forse la luce deve cercar di penetrare come può, attraverso qualche fessura, qualche buco lasciato dall’imperizia del costruttore. Se è così, sta’ sicuro che il primo a esserne umiliato sono proprio io. Dio lo sa, Bernie, Dio lo sa che una finestra ci dovrebbe essere da qualche parte, per ciascuno di noi.”

– Richard Yates, Costruttori, in Undici Solitudini

Mi riprometto di scrivere, poi non lo faccio mai, così rimangono solo quelle idee sospese nei tragitti in macchina, con in ascolto qualcosa, come sempre, dei Kent. Allora alla fine lo faccio, ché oggi ho avuto piccole intime visioni di luoghi scuri e famigliari, di quella sensazione di un tempo di stare facendo qualcosa per me. Qualcosa per me che non sia solo rilassarsi, prendersi del tempo, che è come diventata la nuova concezione del fare qualcosa per se stessi, ma proprio entrare in connessione con quello che mi piace fare, con quello che fino a poco tempo mi dava qualcosa.

Trascinata dal lavoro e dalle cose di tutti i giorni, incredibile come il tempo voli via.

Bella infilata di luoghi comuni questo post.

Da mesi penso al Trasferimento, a come potrebbe essere andare via da qui, via dall’Italia, via da questo paese che sembra quasi una colpa non odiare. Le persone coscienziose, con la testa sulle spalle, con la vera Voglia di Fare sembrano tutte d’accordo sul fatto che Bisogna Andare Via dall’Italia, per avere una vita serena, un lavoro soddisfacente, la possibilità di mettere su famiglia senza indebitarsi o temere di perdere il lavoro. Io non riesco ad immaginare la mia vita fuori di qui, o meglio riesco ad immaginarla, ma non sono io quella dell’immagine. Leggo e mi creo piccole instabili opinioni, sorrido di me stessa, torno a quello che stavo facendo (e qualche volta al male ai piedi) cercando piccoli spiragli di luce lì. Molto spesso li trovo.

* questo post sembra deprimente ma non lo è.

About lauraesse

Mi si può descrivere attraverso delle azioni, ma ovviamente è riduttivo. Quindi tanto vale evitare. Ho 25 anni, i capelli lunghi fino ai fianchi, laureata in una cosa che non ricordo, lavoro da tre anni a contatto col pubblico e sono molto provata da questo fatto. Cerco e trovo spiragli e dopotutto se è un anno che non scrivo in un blog vuol dire che sto finalmente bene.
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